Convegno: “Le reti della biodiversità: esperienze a confronto”.
Intervento:
“La Biodiversità nell’esperienza della rete della Comunità del Cibo” di Annibale Formica
Premessa
Si vuole rappresentare il ruolo della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare nella produzione del cibo e la rete costituita dalla Comunità del Cibo e della Biodiversità.
La riflessione sulla esperienza, sulla quale si vuole richiamare l’attenzione, parte dalla considerazione che :
– non c’è cibo e, soprattutto, non c’è cibo di qualità, senza ricchezza di biodiversità di interesse agricolo e alimentare;
– non c’è ricchezza di biodiversità, senza la tutela del territorio, del paesaggio rurale, del paesaggio identitario, della coltura e della cultura tradizionale locale;
– non c’è tutela senza composizione in rete di tutte le componenti e di tutti gli interessi del processo.
Questa rete è la Comunità del Cibo e della Biodiversità.
Richiami
Il rapporto tra cibo, territorio e comunità è preso a fondamento di una rigenerazione materiale, economica, sociale e intellettuale dell’Area Sud della Basilicata. Un tempo i sistemi d’uso delle risorse erano organizzati da ciascuna comunità di paese in base ai bisogni, alle consuetudini dei luoghi e a modelli socialmente condivisi di creazione di ricchezza e di benessere.Lo spopolamento e il declino dei nostri piccoli comuni coincide con la perdita, economica e culturale dei loro saperi e delle loro strategie di sopravvivenza. Le pratiche rurali e agropastorali tradizionali sono andate fuori mercato.La tutela della biodiversità, perciò, è essenziale al mantenimento dell’integrità ecologica degli ecosistemi sia naturali sia coltivati. I beni comuni (l’aria e l’acqua pulite, il suolo fertile, i semi e le diversità delle specie viventi, ovvero: i servizi ecosistemici), essenziali alla vita dell’uomo, rappresentano il fondamento insopprimibile delle attività agro-silvo-pastorali.
Considerazioni motivazionali
Il cibo.
Il cibo, oggi, ha un notevole appeal, ha un floridissimo mercato e moltissima visibilità (2018 anno del cibo); ha, inoltre, una forte presa sui processi culturali in atto in ambito sia sociale sia economico. Vi è una ampia e qualificata letteratura che ne parla e ne racconta diffusamente.
Una citazione (Enzo Bianchi, “Il Pane di ieri”, Einaudi, 2008) :
“Accanto all’officina della cucina c’è poi l’epifania della tavola: lì la cultura spicca il volo, il mangiare diventa convivio, ’occasione quotidiana di comunicazione e di comunione”.
La tutela.
C’è un monito della Fao alla Giornata della Biodiversità, il 22 maggio 2018 :
“La biodiversità si salva difendendo comunità locali e agricoltori”, perché la difesa della biodiversità è legata alla capacità di coinvolgere chi lavora a stretto contatto con la natura. Va promosso, perciò, uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ecologico, sociale ed economico, mediante il governo dello sviluppo stesso basato sull’interdipendenza dei problemi e l’interdisciplinarietà degli approcci.
La comunità.
C’è bisogno di una rete tra i vari attori protagonisti del processo, che va dalla terra alla tavola, e di un’alleanza tra produzione e biodiversità. C’è bisogno anche di un allargamento delle alleanze, perché non dobbiamo (e non vogliamo) né essere né restare soli.C’è bisogno, cioè, della Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
La nascita della Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare dell’Area Sud della Basilicata (Pollino – Lagonegrese).
Nell’area Sud della Basilicata (e nel Pollino in particolare) si sta lavorando da diversi anni per conservare, tutelare, valorizzare la biodiversità, l’agricoltura tradizionale, l’agricoltura biologica, i prodotti agroalimentari, i frutti e i semi antichi. E si sta costruendo, insieme ad alcuni “itinerari della biodiversità agricola ed alimentare”, una rete di “agricoltori custodi”. In questo contesto la iniziativa della istituzione della Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare dell’Area Sud della Basilicata ha preso il via, ai sensi dell’art.13 della legge n. 194/2015, con l’Accordo sottoscritto il 26 novembre 2016 da 20 soci promotori.
Nell’Assemblea dei sottoscrittori dell’“Accordo” del 16 maggio 2017, sono stati assunti i primi provvedimenti organizzativi, cioè sono state fatte proprie alcune delle attività, già in corso, dell’Azienda “Pollino” dell’Alsia, quali quelle:
– sugli “Itinerari della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare del Pollino”,
– e sui “siti di conservazione delle risorse genetiche autoctone a rischio di estinzione” gestiti dagli “agricoltori custodi” .
Nella seduta del 26 ottobre 2017, l’Assemblea si è dotata di un Regolamento interno ed ha costituito il Comitato Operativo e nella seduta del 14 dicembre 2017, ha approvato il Piano Operativo 2018.
Il 6 dicembre 2017, con la delibera D.G.R. n. 1327, la Giunta Regionale di Basilicata ha preso atto della “istituzione della comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare dell’area Sud della Basilicata”.
Cos’è la Comunità del cibo
La natura e le finalità istitutive della Comunità del cibo sono contenute nella Legge n. 194/2015, riguardante:“Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”.
All’art. 13, e, in particolare • al comma 1 è previsto: “Al fine di sensibilizzare la popolazione, di sostenere le produzioni …, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, le regioni …, anche con il contributo dei consorzi di tutela e di altri soggetti riconosciuti, possono promuovere … l’istituzione di comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”. • al comma 2 è detto: “… sono definiti «comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare» gli ambiti locali derivanti da accordi tra agricoltori locali, agricoltori e allevatori custodi, gruppi di acquisto solidale, istituti scolastici e universitari, centri di ricerca, associazioni per la tutela della qualità della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, mense scolastiche, ospedali, esercizi di ristorazione, esercizi commerciali, piccole e medie imprese artigiane di trasformazione agraria e alimentare, nonchè enti pubblici ”.
Gli obiettivi della Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare dell’Area Sud della Basilicata (Pollino – Lagonegrese)
Nell’ambito delle linee di indirizzo assunte dalla Comunità nella elaborazione della propria strategia, sono stati definiti obiettivi, quali: • la promozione del legame con il territorio, non solo dal punto di vista geografico, ma anche dal punto di vista sociale, culturale e storico; • il miglioramento del sistema alimentare locale, a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali, con particolare attenzione alla conservazione della biodiversità agroalimentare e degli ecosistemi; • la promozione di una nuova gastronomia fondata sulla tutela della biodiversità, sulla protezione dell’ambiente e sul rispetto delle culture e delle tradizioni locali; • il consolidamento dell’azione di conservazione (in situ e ex situ), fino alla creazione di un sistema controllato di commercializzazione di semi e materiale genetico di piante madri iscritte nel registro delle varietà da conservazione;
• la valorizzazione del patrimonio agricolo e agroalimentare del territorio;
• la prevenzione, la tutela e la gestione del territorio rurale;
• la promozione del consumo/commercializzazione delle produzioni valorizzate;
• la promozione della redditività degli operatori agricoli, principali custodi di biodiversità, di paesaggi, di cultura e di tradizione.
Alcune iniziative e attività del 2018
• la celebrazione della Giornata nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, con una settimana di manifestazioni a Viggianello, a Rotonda e a Sant’Arcangelo e con la Giornata regionale della biodiversità agricola e alimentare a Marconia di Pisticci;
• la stampa del Quaderno ISPRA sui fruttiferi del Pollino e partecipazione alla sua presentazione a FICO di Bologna;
• la partecipazione alle manifestazioni Slow Food e Terra Madre,
• la predisposizione di un secondo Itinerario “I custodi dei PAT”;
• la Registrazione di nuovi PAT nell’elenco regionale e Nazionale;
• la Iscrizione di nuove varietà del Pollino al repertorio regionale;
• la Costituzione di nuovi siti di Conservazione;
• la organizzazione di giornate di incontri nelle scuole.